Mozart-Adagio per trio pf, vl, vc

Mozart-Adagio (1992) di Arvo Pärt è stato composto per il trio Kalichstein-Laredo-Robinson su commissione del Festival di Helsinki, dove è stato presentato in anteprima. Il pezzo è in memoria di Oleg Kagan, amico di Arvo Pärt e uno dei principali violinisti russi. Kagan aveva una speciale affinità con la musica di Mozart e il compositore commemora il violinista trascrivendo uno dei movimenti più affascinanti delle sonate per pianoforte del giovane compositore, l'Adagio della Sonata in fa maggiore, K. 280.

Mozart-Adagio di Arvo Pärt non è né un arrangiamento né un collage. L'approccio di Pärt all'opera originale non è giocoso (come lo era con il suo pezzo ispirato a Bach Wenn Bach Bienen gezüchtet hätte) - piuttosto, è cauto e rispettoso. Gli aspetti della composizione di Mozart e dello stile Tintinnabuli di Pärt sono in equilibrio, per cui emerge un incontro spirituale tra il XVIII e il XX secolo.

All'originale, il compositore aggiunge una modesta introduzione, interludio e coda, oltre a un "commento" moderato e continuo. La cornice introduttiva e conclusiva è costituita dal materiale più semplice: violoncello e violino che suonano singole note discrete in un duetto "umile" di secondi e terzi. Per il "commento", il compositore prende l'intervallo della preoccupazione di Mozart in questo movimento, il secondo minore e arricchisce la trama con questa dissonante sonorità. Nel lamentare la perdita di un amico, Arvo Pärt sembra prendere la dissonanza che Mozart usa così con parsimonia e fa sì che questo simbolo di dolore permea, inevitabilmente, l'intero pezzo.